Anche un percorso universitario brillante può incontrare qualche imprevisto sulla strada. Un esame andato male o non superato come ci si aspettava non deve scoraggiare né abbattere. La bocciatura esame universitario non significa necessariamente una battuta di arresto, ma occorre mettere in atto delle strategie precise per reagire. Ecco i nostri 5 consigli per fare in modo che la carriera accademica non incontri stop inutili.
Bocciatura esame universitario, gestire la delusione
Uno degli aspetti più pesanti da imparare a gestire è ovviamente la delusione: la propria e quella del docente che ci liquida invitandoci a tornare da lui al prossimo appello. Una bocciatura può succedere per molti motivi diversi: non avevamo studiato abbastanza, abbiamo avuto la sfortuna di un momento negativo del professore, ci è stata fatta proprio quella domanda sul paragrafo che avevamo tralasciato per mancanza di tempo. Le situazioni possono essere molteplici e non sempre una bocciatura significa di fatto non aver studiato. A volte, infatti, si rischia di bloccarsi anche solo per timidezza o appunto per la cocente delusione di non essere stati all’altezza delle aspettative. Occorre quindi reagire subito, senza lasciarsi spaventare dalla temibile frase “torni al prossimo giro”.
Bocciatura esame universitario, i 5 consigli
- Il primo consiglio utile è confrontarsi con qualche collega all’università. Non sempre il nostro punto di vista, soprattutto dopo una disfatta, è attendibile. I fattori emotivi possono infatti giocarci brutti scherzi e un’altra persona, magari che abbia già sostenuto l’esame, può sicuramente essere preziosa per capire cosa abbiamo sbagliato e come l’esame andrebbe affrontato per essere superato brillantemente. Poi può anche capitare di parlare con qualcuno che come noi è stato bocciato e allora, forse, condividere una delusione può alleviarla anche un po’;
- Il secondo consiglio è confrontarsi con il docente, magari durante il suo orario di ricevimento. In questo modo, soprattutto se il professore è disponibile, abbiamo la possibilità di chiedergli direttamente cosa non è andato bene e come possiamo cambiare rotta nell’affrontare la sua materia;
- Il terzo consiglio è di prendere esempio da chi ha già superato l’esame, magari anche chiedendo di leggere i suoi appunti confrontandoli con i nostri. In questo modo abbiamo un buon esempio davanti a noi da tenere in considerazione per migliorarci in modo rapido ed efficace;
- Il quarto consiglio è di ripensare all’esame da un punto di vista esterno, concentrandoci su come è andata senza farci prendere dalle emozioni. Pensiamo alle domande, alle risposte, all’atteggiamento che abbiamo avuto e a quello del docente e cerchiamo di capire come possiamo correggerci;
- Infine, prendiamoci tutto il tempo che ci occorre: l’università non è una maratona ed è meglio aspettare qualche settimana avendo una maggiore consapevolezza di una materia che fare i kamikaze a un esame per poi doverlo ripeterlo più di una volta. Ricordandoci, sempre, che il fallimento non esiste, è soltanto un’occasione per fare meglio qualcosa.